facciata del duomo di orvieto

ORVIETO

Orvieto, l’etrusca Velzna, sorge su di una piattaforma tufacea alta tra i 20 e i 50 metri. Una volta giunti in città, impossibile non visitare  Piazza del Duomo, per ammirare una tra le più grandiose realizzazioni architettoniche medievali in Italia. Il Duomo di Orvieto (dedicato a S. Maria Assunta) fu voluto da papa Niccolo IV nel 1290 per conservare il famoso corporale di lino insanguinato a seguito del miracolo eucaristico avvenuto a Bolsena nel 1263. Fra Bevignate da Gubbio fu certamente il primo direttore dei lavori della costruzione, ma è con gli interventi del senese Lorenzo Maitani che si configura il nuovo impianto gotico. Sua è la splendida facciata cuspidata divisa in tre zone da quattro grossi piloni scanalati, decorati a basso ed alto rilievo da marmi con raffigurazioni del Vecchio e Nuovo Testamento, mentre altri illustri artisti finirono di impreziosire il prospetto del tempio sacro. L’interno, rinnovato sul finire dell’Ottocento con interventi fin troppo distruttivi, è formato da tre ampie e luminose navate. Dal braccio destro della crociera si accede alla notevole e notissima Cappella di San Brizio(1408-44), tra le più alte testimonianze della pittura italiana, rivestita di affreschi del Beato Angelico, di Benozzo Gozzoli e di Luca Signorelli, che qui realizza il capolavoro del Rinascimento italiano. Il tema sviluppato è quello del Giudizio Universale. Nel braccio sinistro della crociera si apre invece la Cappella del Corporale (1350-55), costruita appositamente per conservare la tovaglia di lino macchiata di sangue nel miracolo di Bolsena. Il reliquiario, un tempo destinato a racchiudere il corporale, coperto da placche d’argento, parti dorate e smalti lucenti, è uno dei capolavori dell’oreficeria italiana. Tra i numerosi spunti ed itinerari storico-artistici, va menzionato senza dubbio il Pozzo di San Patrizio, il cui nome deriverebbe secondo alcuni dall’usanza dei frati serviti di sostare in fondo al pozzo per potersi purificare dalle proprie colpe (a imitazione delle pratiche mistiche del patrono di Irlanda), secondo altri dalla somiglianza con la grotta in cui il santo irlandese era solito ritirarsi in preghiera. Scavato per volontà di Papa Clemente VII nel 1529 su progetto di Antonio da Sangallo il Giovane, doveva garantire un sicuro approvvigionamento idrico della città in caso di assedio. Una singolare struttura cilindrica profonda 62 metri con due rampe, una per la discesa e una per la salita, permetteva di non intralciare persone e animali da soma che si recavano qui per attingere acqua.

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