Terme storiche viterbesi, utilizzate già dagli etruschi. Documentazioni testimoniano la grande importanza che la zona termale di Viterbo ricopre fin dall'antichità, come riportano gli scritti di Scribonio Largo, scrittore e medico dell’Imperatore Tiberio. Nel medioevo le terme di Viterbo erano meta privilegiata dei pontefici. Le Terme iniziarono a chiamarle “dei Papi” soprattutto dopo l’intervento del pontefice Niccolò V. Trovò talmente tanto beneficio dalle cure con queste acque che a metà del 1400 si fece costruire una splendida residenza. L'acqua termale che sgorga naturalmente a 58°C, è tutt'ora apprezzata per le grandi qualità terapeutiche. La rendono adatta a terapie termali. La sorgente alimenta una monumentale piscina di 2.000 mq. Lo sgorgare delle acque offre fanghi rari: il lavico di colore grigio, utilizzato in fangoterapia. E quello sorgivo di colore bianco per i trattamenti estetici.
Il Bagnaccio è un bellissimo parco termale all'aperto a nord di Viterbo, un tempo nota come “Aquae Passeris”. Un angolo di paradiso costeggiato dalla via Francigena. All'interno del Bagnaccio c'è un’area, in prossimità della sorgente termale, adibita alla conservazione della flora autoctona del Viterbese. Dove c'è la possibilità di fare dei percorsi attraverso l'orto botanico che ospita anche rare specie di animali e piante. Come tutte le terme viterbesi erano già conosciute e sfruttate in passato. Sono acque terrose, solfuree e ipertermali. L'acqua sgorga ad una naturale temperatura di circa 63°C.
Il Bullicame è una sorgente di acqua sulfurea calda che sgorga naturalmente a 58 °C, situata appena fuori Viterbo, ad ovest del centro storico cittadino.
Le terme naturali del Bullicame sono le più note sorgenti termali ed ipotermali viterbesi. Sono alimentate dal grande bacino idrotermale, con le meno note sorgenti, Carletti, San Sisto, Bagnaccio, Zitelle, Piazza d'Armi, e molte altre. Già dalla fine del secolo scorso la sorgente sta mostrato una progressiva riduzione della portata delle acque, solo in parte giustificata da motivi naturali.
Al Bullicame è intitolata la Bulicame Regio, una formazione geologica della superficie di Io, satellite naturale di Giove.
Come tutte le altre terme viterbesi anche il Bullicame era conosciuto già dagli Etruschi. Si trovano documentazioni scritte sul Bullicame già dal primo Medioevo, quale punto di ristoro e riposo lungo la Via Francigena.
Infatti viene citato anche nel noto Itinerario dell'Arcivescovo di Canterbury, Sigerico. Il Bullicame viene descritta nella VI tappa, detta Mansio, in uscita da Roma. La località era denominata Sce Valentine, come ricordo dei Santi Valentino e Ilario che secondo la tradizione vennero martirizzati nelle vicinanze del Bullicame.